domenica 16 marzo 2014

ARTIGIANATO 2.0

IL FUTURO E' ARTIGIANO

Lo profetizzava Philip K. Dick nelle sue opere visionarie, dove spesso il protagonista era una sorta di artigiano, abilissimo nel costruire o riparare le cose. Se in Dick non sono frequenti i riferimenti alle arti visive, la sua narrativa abbonda, invece, di artigiani: gente che lavora la materia (dal legno, ai metalli, all'argilla), riparatori, intagliatori, bricoleurs, vasai. È un campo di attività in cui confluiscono abilità tecniche, e anche artistiche ma, Dick ne è convinto, non capacità scientifiche. 

Il primo dei tanti artigiani che incontriamo nell'opera di Dick è Thomas Cole (L'uomo variabile).Strappato alla sua epoca (la Prima guerra mondiale) e sbalzato nel futuro, Cole è un ambulante che va in giro a riparare ogni genere di macchine.

Ha delle capacità, un certo tipo di abilità meccanica. Genio, forse, per saper fare una cosa del genere. Consideri il periodo dal quale proviene. I primi anni del ventesimo secolo [...]. Furono anni d’incredibile crescita e di grande scoperte. Edison. Pasteur. Burbank. I fratelli Wright. Invenzioni e macchine di tutti i generi. La gente ci sapeva fare dannatamente, con le macchine. Aveva una specie d'intuizione...che noi non abbiamo più. [...] Sa aggiustare tutto, fare tutto. Non si serve delle conoscenze, della scienza, cioè di una serie di nozioni ordinatamente classificate. Non sa nulla. Nella sua testa non esiste alcuna traccia di cultura, di preparazione. Lavora per intuizione.Il suo potere è nelle sue mani, non nella sua testa. È una specie di jolly, un factotum. Le sue mani! Come un pittore, un artista. Tutto è nelle sue mani. 
(L’uomo variabile, 1996)

Le imprese del mondo dell’artigianato sono travolte da una crisi senza fine. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato, la recessione, che solo tra il secondo trimestre 2012 e 2013 ha prodotto un saldo tra chiusure e aperture di -1.845 imprese in Italia, ha inferto un duro colpo soprattutto ai settori più tradizionali. 
Tuttavia il lavoro artigiano rappresenta un pilastro della cultura e dell’economia italiana; se si tornasse a scommettere su di esso, contaminandolo con i nuovi saperi tecnologici e aprendolo alla globalizzazione, l’Italia si ritroverebbe tra le mani un formidabile strumento di crescita ed innovazione.
L’ innovazione dell’ artigianato attraverso le nuove tecnologie e i sistemi di produzione rapida: l’ artigianato dei settori tradizionali, non più limitato ad un ristretto mercato locale, si trasforma coniugando il saper fare con il saper distribuire e comunicare, oltre i confini locali e con una maggior attenzione ai fattori immateriali.

Denominatore comune: l'introduzione in dosi massicce di information technology.


Bisognerebbe parlare, più che di trasferimento tecnologico, di osmosi. Osmosi tecnica e tecnologica. Cioè mescolare le abilità artigianali con le competenze industriali; le capacità dei tecnologi e dei manager con quelle, straordinarie, dei tecnici e degli artigiani. Il futuro dell’industria italiana può abitare anche qui, nel salvare,ricostruire e rilanciare, in dimensione hi-tech, i mestieri artigiani, nella meccanica e nell'abbigliamento, nell'arredamento e nella ceramica, nell'edilizia e nell'alimentare, in tutti quei settori cioè in cui tradizione e contemporaneità possono trovare sintesi originali di memoria e futuro, elaborare ipotesi di cultura d’impresa legate al saper fare, e fare bene, costruire ricchezza.


Zamperla S.p.A. è una azienda italiana fondata nel 1966, costruttrice di giostre meccaniche, situata ad Altavilla Vicentina in provincia di Vicenza. Nel 1976 sono state aperte alcune filiali negli Stati Uniti. E' specializzata sia nella produzione di giostre trasportabili (tra cui alcuni popolari modelli di ottovolanti) che in attrazioni per installazione fissa, concepite sia per grandi parchi divertimento che per centri d'intrattenimento e svago al chiuso.

Zamperla è un mix di high tech e artigianalità: in una sala c’è solo tecnologia, computer con i software per calcolare le spinte centrifughe e altro; poi entri nell'altra sala e ci si imbatte in un gigantesco laboratorio di artigiani che fanno pezzi unici. Gente che salda, carpentieri, pittori, decoratori.


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